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Val Chiavenna

 

   

Buona volontà e tanta motivazione stanno alla base di questa escursione, non impegnativa a livello tecnico, ma sicuramente molto lunga. Solo con 5 ore e 30 di camminata (necessarie per superare un dislivello di circa 2000 metri) si può infatti accedere a tale rifugio e godere della suprema vista offerta dalle prime vette granitiche del gruppo Masino-Bregaglia, che si parano davanti imponenti: ad Ovest il Sasso Manduino (m.2888), a Nord il Pizzo Ligoncio (m.3032) e a Nord-Est il Pizzo della Vedretta (m.2907) e la Cima del Calvo (m.2967). Ma passiamo al percorso da compiere per arrivare a questa capanna alpina. Si abbandona l'auto a S. Fedele di Verceia (m.200) e si prosegue a piedi verso Est lungo una mulattiera piuttosto ripida, attraverso la quale si raggiunge la località Piazzo (600 metri). Esiste anche la possibilità di guadagnare oltre duecento metri (e quindi mezzora di cammino) percorrendo con l'automobile, fino al punto in cui è consentito, la strada asfaltatata che si conclude proprio in tale località. Dal Piazzo, con una serie di tornanti, si guadagna presto quota, si taglia il Tracciolino e si giunge infine a lambire il piccolo abitato estivo di Càsten (m.975): dal Tracciolino in poi il cammino coincide con un tratto del Sentiero Italia - Lombardia Nord 3. Si trascura a destra la deviazione che scende al bacino artificiale della Sondel e, proseguendo lungo il tracciato sempre molto ripido, si giunge a Frasnedo (m.1287), paesino che d'estate si anima di gente orgogliosa delle sue radici e che conserva un fortissimo sapore d'antico legato al fatto che non è raggiungibile con l'automobile. Dal paese si scende per un tratto, attraversando un valloncello e si raggiungono le baite di Corveggia (m.1221). Passando per Tabiate (m.1253) ed una fascia boscosa ci si innalza, lasciando sulla destra la deviazione per il Bivacco Primalpia (m.1980), fino a Camera (m.1792), caratterizzata da una bella pianura erbosa, dove si apre la parte orientale della testata della valle, con le vette dal Pizzo Ligoncio a Nord fino al Monte Spluga più a Sud: uno spettacolo superbo, rallegrato da alcune cascate fragorose. Il sentiero si fa più pianeggiante fino a raggiungere un bivio dove, imboccando la via a sinistra (ma bisogna prestare attenzione: la deviazione non è olto evidente), si ricomincia a salire fino all'Alpe di Talamucca (m.2080). La salita continua ancora per alcune centinaia di metri lungo i quali si attraversano numerosi ruscelletti arrivando così infine al rifugio. Invece di salire a sinistra, dall'alpe Camera si può proseguire fino al centro del salto roccioso finale della valle, passando dal lato destro idrografico a quello destro, per salire poi lungo un valloncello, piegare a sinistra e raggiungere da est l'alpe Talamucca. Attraversata l'alpe verso ovgest, si raggiunge facilmente il rifugio. Questa secondo possibilità allunga il cammino di 30-45 minuti, ma ha il pregio di rimanere fedele al tracciato del Sentiero Italia.