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Valmalenco

 

   

La salita al rifugio Del Grande Mario - Camerini Remo è piuttosto faticosa, soprattutto nell’ultimo tratto, ma il panorama che ci offre ripaga ampiamente delle energie spese. Il Rifugio sorge infatti in prossimità della Bocchetta del Piattè, all’inizio della lunga cresta est del Monte Vazzeda, da dove è possibile ammirare la maestosità del versante nord del Monte Disgrazia. Per accedere al rifugio vi sono 3 principali vie di salita, per entrambe le quali occorre seguire questo itinerario iniziale.
Da Chiesa Valmalenco, seguire le indicazioni per Chiareggio. Oltrepassate le "tormentate" cave di pietra di Chiesa, si arriva a San Giuseppe e proseguendo, sempre in direzione dell'alta valle, si arriva a Chiareggio (m.1612). La macchina può essere lasciata o all'inizio del paese, prima dell'Albergo Genziana, in un parcheggio sulla destra della strada, oppure lungo il fiume Màllero. Nel primo caso si dovranno percorrere circa 20 minuti a piedi per raggiungere il posto auto lungo il fiume (cosa consigliabile a chi visita Chiareggio per la prima volta), da cui parte il nostro sentiero per il rifugio. Nel caso si decida di lasciare l'auto lungo il fiume, occorre oltrepassare il paese di Chiareggio, ed inoltrarsi lungo una strada sterrata, oltrepassando il "Pian del Lupo" e seguendo le indicazioni per il parcheggio, realizzato sui resti dell'alluvione del 1987. Si risale ora il fiume, lasciando alcune case sulla destra (indicazioni per il rifugio Tartaglione).
All'interno del bosco bisogna mantenere la destra, fino ad arrivare ad un ponticello sul Mallero, al di là del quale si trovano le indicazioni per vari rifugi. Da questo punto in poi è possibile seguire uno degli itinerari descritti di seguito.
ITINERARIO n. 1 "Sentiero Vazzeda" - Tempo di salita: 3 ore.
Difficoltà: facile in estate, ad eccezione di qualche passaggio che può rivelarsi difficoltoso in caso di torrenti in piena o disgelo tardivo.
Segnaletica: triangoli e bolli gialli dell'alta Via della Valmalenco - Dislivello: 1000 mt.
Dopo il ponticello, seguire il cartello per l'Alpe Vazzeda Inferiore e Superiore. Il sentiero si addentra subito nel bosco. Dopo avere attraversato un ponticello fatto con i tronchi, si arriva all'Alpe Vazzeda Inferiore, con un alpeggio e delle baite. Da qui si segue sempre il sentiero e, dopo facili roccette, si arriva all'alpe Vazzeda Superiore (tralasciare gli evidenti segni bianco/azzurri che portano al Rifugio del Forno). Dopo una sucessiva salita, inizia il lungo traverso che porta fin sotto il rifugio, dopo avere attraversato numerosi corsi d'acqua che scendono dal ghiacciaio del Vazzeda.
ITINERARIO n. 2, "Sentiero Val Sissone" - Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti.
Difficoltà: Lungo e faticoso, ma facile, ad eccezione di qualche decina di metri di roccette in prossimità del rifugio (arrampicata di primo grado). La fatica è compensata dal grandioso panorama sulla parete Nord del Disgrazia.
Segnaletica: triangoli e bolli gialli dell'alta Via della Valmalenco - Dislivello: 1000 mt.
Dopo il ponticello, seguire le indicazioni per il il rifugio Tartaglione e, dopo avere superato un gruppo di baite (località Forbicine), lasciare il sentiero per il Tartaglione e seguire i simboli gialli dell'alta Via. Il sentiero si innalza con vari saliscendi, lungo la splendida Val Sissone, paradiso per gli appassionati cercatori di minerali. Si risale il corso della valle avendo sempre una bella vista sulla parete Nord del Disgrazia e sui seracchi sospesi. Giunti sotto la vedretta del Disgrazia, si piega a Nord-Ovest e si risale un ripido pendio fino al baitello dell'Alpe Sissone di Dentro e al soprastante Passo della Corna di Sissone di Dentro. Quindi si discende per un sentiero in una valletta sospesa, posta sotto la Cima di Vazzeda. Ci si porta verso il costone orientale della valletta, che si supera con un'arrampicata di primo grado. Seguendo il costone di sfasciumi si giunge al rifugio.
ITINERARIO n. 3, "Sentiero Diretto" - Tempo di salita 2 ore e mezza - 3 ore.
Difficoltà: più breve ma faticoso, poiché sale direttamente. Sconsigliato a chi vuole godersi il panorama (è più che altro un accesso "di servizio"). La segnaletica è scarsa; qualche decina di metri di roccette in prossimità del rifugio richiedono attenzione.
Segnaletica: triangoli e bolli gialli dell'alta Via della Valmalenco, fino alla deviazione segnalata da un cartello metallico con la bandiera bianco/rossa del CAI. - Dislivello: 1000mt .
Dopo il ponticello, seguire le indicazioni per il il rifugio Tartaglione e, dopo avere superato un gruppo di baite (località Forbicine), lasciare il sentiero per il Tartaglione e seguire i simboli gialli dell'alta Via. Dopo alcuni saliscendi, si giunge alla deviazione (cartello metallico del CAI). Il sentiero si inerpica prima nel bosco e quindi in un canalone roccioso (attenzione: il canalone non deve essere percorso interamente; poco oltre la sua metà il sentiero esce sulla sinistra). Si arriva ad un gruppo di baite in un prato (Alpe Sissone). Da qui si vede il rifugio, che deve essere il punto di riferimento da qui in poi, poiché il sentiero diventa poco evidente nell'erba. Si giunge infine alla piccola parete di roccette (la stessa dell'itinerario n. 2) da superare con arrampicata di primo grado. Seguendo il costone di sfasciumi, si giunge al rifugio.