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Valvarrone

 

   

Tradizioni Popolari Religiose

nella Valvarrone di Anna Pandiani

Mi ha colpito, durante alcune escursioni in Valvarrone, il gran numero di gisö (cappellette) e Chiese con bellissimi affreschi, che sorgono in ogni luogo. Il proliferare di tali manufatti ha stimolato in me la ricerca dei motivi e delle cause che hanno determinato il sorgere di tali opere, di conseguenza ho dovuto studiare la tradizione religiosa del popolo valvarronese. Essi vivono a diretto contatto con la natura; la loro economia è basata quasi esclusivamente sul prodotto della terra per cui si rendono conto della precarietà della vita e del lavoro agricolo. Il rapporto con Dio è molto sentito, a Lui si rivolgono in ogni situazione, sia nei momenti di bisogno sia per ringraziarlo per un pericolo scampato.

Questo rapporto è evidenziato dalle preghiere, dai detti, dalle manifestazioni che tutt’ora vengono conservati e tramandati. La gente valvarronese è religiosa ma dotata anche di un forte spirito pratico, sa che bisogna contare sulle proprie forze. Per studiare la tradizione religiosa del popolo valvarronese ho dovuto studiare l’ambiente e lo sviluppo storico che ha condizionato il loro modo di vita quotidiano.

Nella prima parte del mio lavoro ho individuato la struttura che regola la vita del paese con la sua evoluzione nel tempo. Le vicende storiche medioevali hanno favorito lo sviluppo del paese attorno alla Chiesa, considerata come il fulcro di ogni attività; questa serviva oltre che per lo svolgimento delle funzioni religiose, quale luogo di incontro, luogo per la stipula dei contratti, per foggiare costumi, per conoscere gli altri. La Chiesa era l’unico punto di evasione dagli affanni e dalla vita quotidiana; era considerata come casa propria, ne erano gelosi, facevano volentieri sacrifici per migliorarla. Non c’era località o via pubblica in cui non sorgesse un segno di religiosità o di fede.

Nella seconda parte ho tracciato la vita sociale e culturale che si svolge nel paese. Qui la vita, pur trovando ancora notevoli tracce degli elementi che costituivano il sistema abitativo precedente, è in fase di transizione in quanto l’attività agricola-artigianale è sostituita in parte dalle attività turistiche e dal pendolarismo dei lavoratori nei vicini borghi industriali. Il lavoro agricolo è svolto per lo più durante il tempo libero e da limitate famiglie che si dedicano a tempo pieno all’agricoltura, avendo il popolo valvarronese optato per per attività più redditizie, data la difficoltà di lavorazione e di utilizzo dell’attrezzatura moderna causa la conformità del terreno in gran parte montagnoso e di scarsa produttività. Il fiorire di attività artigianali e la conservazione nel contempo delle attività agricole è da ricercare nel carattere indipendente di questa gente da tradizioni millenarie, non avendo mai conosciuto il latifondo e la mezzadria.

Nella terza parte ho parlato delle manifestazioni religiose quotidiane che rivelano la semplicità e la costanza dei contadini nei loro rapporti con Dio. Nelle üraziön (preghiere) essi chiedono a Dio aiuto e protezione, lo ringraziano dei doni che hanno ricevuto e gli rendono lode. Durante le feste, in quelle liturgiche come in quelle connesse alla vita agricola, la religiosità dei contadini si esprime in modo gioioso, con canti e processioni.

Nella prima e nella seconda parte della tesi ho usato il metodo storico-culturale al fine di esaminare l’evoluzione storica della cultura valvarronese, nella terza parte ho usato, integrandolo col precedente, il metodo funzionalista per evidenziare la funzione delle manifestazioni religiose nell’ambito della cultura rurale.