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Barche lariane

 

Bellagio come sul Verbano: il vento spesso stupisce per la violenza. Nel 1960 naufragò un motoscafo M.24 della Guardia di Finanza in pattugliamento notturno

   

Lo scorso sei novembre L’ Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia sezione di Menaggio ha organizzato la commemorazione del 50^ anniversario del naufragio di un motoscafo M.24 della Gdf in cui perirono due militari, Longo e Malerba cui fu dedicata la Sezione ANFI. Erano presenti il Sindaco del Comune di Bellagio, il nuovo Comandante della Stazione navale della Guardia di Finanza ed altre Figure istituzionali. Nel leggere la loro vicenda vengono in mente molte analogie con il naufragio della Torpediniera 19 T a punta Poggio in alto Verbano di fronte a Cannobio nel lontano 1896. Era notte quel 6 novembre del 1960 ” sul lago di Como improvvisamente infuriò un temporale di inaudita violenza” come ha recitato il Presidente dell’ A.N.F.I. di Menaggio Brig. M. Galliano Rivaletto. Anche l’equipaggio della Torpediniera 19T “Locusta” navigava tranquillo in alto Verbano sessantaquattr’ anni prima e probabilmente, colto dalla bufera, cercò riparo nell’insenatura di Punta Poggio. A Bellagio “pare che i due militari avessero tentato di rientrare agli ormeggi” per ripararsi ma “quasi davanti alla darsena di Bellagio un’ onda più grande delle altre fece capovolgere il natante inabissandolo in pochi secondi” come conclude il Brig. Rivaletto. Quindi molte le analogie tra Bellagio e Cannobio, il Verbano ed il Lario, esposte al vento da nord. Il buio ed il freddo della notte, il vento improvviso e traditore, l’onda anomala e la tragedia. I loro corpi furono ritrovati in quanto la piccola unità navale si acquietò su un fondale di venti metri ed è stato lì davanti che venne posta una lapide a ricordo dei due naufraghi. In fondo ad un lungo viale rivierasco poco praticato nella stagione invernale quasi a tutelare la riservatezza ed il ricordo di quell’evento. Un legame che unisce i Laghi di Como e Maggiore e che fa riflettere sia sul passato che sul futuro, relativamente alla storia ed alla sicurezza della navigazione che al rispetto dovuto al lago ed alla natura in genere. Presenti alcune sezioni ANFI di lago. L’equipaggio della motovedetta della Finanza V2020 di stanza a Nobiallo con a bordo il Comandante Cap. Felice Lodovico Simone Cicchetti, ha deposto in acqua una corona fiorita alla presenza di alcuni parenti dei finanzieri periti.

 

Le unità GdF sul Lario ai tempi del naufragio

 

Con questo intervento intendiamo contribuire all’arricchimento della sezione “Barche del Lario” in quanto anche le Unità navali della Guardia di Finanza facevano parte della comunità lacuale del Lago di Como. Agli inizi degli anni ’60 erano in dotazione alle Stazioni navali lacuali della Guardia di Finanza alcuni motoscafi. Ancora non c’era una produzione specifica come avvenne nel decennio successivo con i Guardacoste della classe “Meattini”. Motoscafi e barche in legno erano in dotazione anche allo “Scalo” di Nobiallo. I motoscafi erano comunque di dimensione contenuta e dotati di motore a benzina, venivano usati per il servizio di pattugliamento, soccorso e anti contrabbando sul lago. Il Motoscafo M.24 (vedi foto) faceva parte della flotta di Nobiallo ma era distaccato a Bellagio alla “Darsena” ed è quello che ha subito il naufragio. Un’ altra unità era il motoscafo veloce M. 29 detto il “Bolide” riferendosi alla sua potenza e velocità. Inoltre c’erano una Motolancia ML. 70 e due motoscafi MSE. 11-12 ( MotoScafoEntrobordo). Questi, con scafo in legno, erano già delle unità più funzionali al pattugliamento, che avveniva anche di notte con pessime condizioni metereologiche ed avevano una cabina di pilotaggio alloggiata a prua, e la plancia che consentiva alcune operazioni esterne attinenti alle attività di servizio. La testimonianza è del Brig. M. Galliano Rivaletto (Pres. ANFI Menaggio) allora furiere alla Stazione navale di Nobiallo. (Federico Manoni, già componente Commissione Locusta)