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Valmalenco

 

Valmalenco - Leggende

   
Leggenda di Primolo

"Il nome del luogo, se non lo sapete, deriva dalle primule che fiorirono attorno al capo della bella Mina, quando morì d'amore. Ella era promessa a Guglielmo Sheffer, figlio di un nobile di Engadina; ma quando il suo amto valicò il Muretto per tornare dal padre, Mina ch'era figlia di un modesto contadino, lo attese a lungo invano seduta all'ombra del grande pino che cresceva dove oggi è il Santuario. La morte la colse così e così la trovarono i contadini che la chiamarono Primula a causa dei fiori. Quindi eressero la prima chiesa attorno alla quale sorse in seguito il paese delle primule."

Leggenda di Chiesa

"Quale disgrazia ebbe questa Chiesa! Fu fatta e amata dai suoi abitanti e la chiamarono Negroni. Quando però i torrenti Giumellino e Sassersa si gonfiarono la montagna scese, coprì tutto e sul posto le altre contrade e frazioni eressero una piccola chiesa per ricordare tutti quei morti. Oggi v'è una chiesa più grande."

Leggenda di Ciappanico

"Attenzione a passare di notte dalle parti di Ciappanico: possono scendere improvvisamente i briganti e uccidervi per impadronirsi della vostra borsa! Essi calano a valle dal loro antico covo, quello che ancora oggi voi chiamate la Rocca Castellaccio."

Leggenda di Bondoledo

"Non si sente nulla, non si vede nulla: vi è una chiesetta bianca e un grande prato, boschi verdi e una valletta oscura che li sovrasta. Si chiama la valle del venduletto perchè un giorno vi scese la valanga e coprì Bondoledo e tutti i suoi abitanti che ora sono sotto il prato, dove c'è la chiesa bianca. Non si deve costruire in quel punto perchè la montagna potrebbe tornar giù un'altra volta e poi perchè non si fabbrica mai sopra i cimiteri... ."

Leggenda di Torre

"Non ti avvicinare da solo, o vinadante, al triste e silenzioso abitato di Melirolo. L'abbandono delle sue case dai portali di pietra, il silenzio della colombaia della casa bianca, l'erba alta che copre i pavimenti e si arrampica sui muri sgretolati, racchiudono i fantsmi inquieti di coloro che furono uccisi dalla peste. I loro corpi non sono stati mai sepolti in terra consacrata per timore del contagio: giaciono là dove li ha colti la morte e nelle notti di luna si aggirano tra le vecchie mura cadenti."

Leggenda di Spriana

"Soltanto a pochi è dato vedere la Belina: tra questi i più sono coppie di giovani innamorati e solo nelle sere d'autunno, tra ottobre e novenbre. Se una coppia si trova in quelle circostannze sulla piazza della chiesa detta "Madonna della Speranza", può essere che improvvisamente veda dalla forra scura del Ponte Nuovo, sotto Scilironi, balzare un cavallo nero con in groppa un cavaliere a corsa pazza verso la chiesetta, raggiunta la quale ed eseguitovi attorno un giro scalpitante, si getta nuovamente a capofitto nell'abisso dove rumoreggia il Mallero. Il cavaliere misterioso è Gianni,promesso sposo della Belina di Spriana, che mancò alla promessa quando, soldato in terra straniera, sposò un'altra donna. La Belina si uccise gettandosi dalla ruoe di Scilironi e il suo corpo venne trovato nella bella "marmitta dei giganti", la più grande sotto il Ponte Nuovo. Nello stesso momento il cavallo di Gianni, lontano dove si trovava, si impennò precipitandosi poi col cavalliere in un burrone. Lo scalpitio degli zoccoli sprizzanti scintille passando fulminei sulle rocce è udibile in quelle notti in cui il fantasma dello spergiuro è costretto a ripetere il tragico salto della Belina. Talvolta la bianca figura della povera morta è stata vista stagliarsi nel buio della notte, sul piazzaletto della Chiesa della Speranza: la Belina assiste alla terrificante corsa del nero cavallo e attende che la giustizia divina le abbia saldato il grande debito. Quel giorno nella "marmitta dei giganti" spunterà un giglio azzurro."

Leggenda di Val di Togno

"Qualora un viandante si trovasse a percorrere di notte il sentiero che dal lago Painale conduce a Cà Brunal, nel momento in cui la campana della distrutta chiesa di S.Eusebio in Sondrio suona i rintocchi della mezzanotte, potrebbe sentire uno strano rumore come di capre intente a brucare. Le ombre che lo attorniano sono in movimento e egli tenderà l'orecchio e aguzzerà la vista vedrà pallidi fantasmi strappare l'erba rada di quei pascoli aridi e cibarsene. La Val di Togno è infatti ino di quei luoghi infernali dove coloro che da vivi furono golosi vengono mandati in morte a scontare il loro peccato nutrendosi di quel cibo miserabile: l'erba della Val di Togno non cresce mai abbondante."

Leggenda della Cometa

Leggenda nata in seguito all'apparizione della cometa di Halley del 1528: "...la cometa era orribile, così spaventosa da generare un grandissimo terrore al volgo, tanto che alcuni morirono di paura ed altri si ammalarono...; questa cometa era color sangue; alla sua sommità si distingueva un braccio curvo, che teneva una lunga spada come se avesse voluto colpire. Ai lati dei raggi di questa cometa, si vedeva un gran numero di spade colorate di sangue, di asce, coltelli, tra cui c'erano molte orride facce umane con la barba e i capelli irti...".