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Itinerari

 

   

GENICO - ORTANELLA - VEZIO  km. 8  h. 3.00
Dal ricordato bivio a nord di Génico, un percorso verso settentrione, che risale a tempi certo remoti, aggira i contrafforti del Monte Fopp (m 1079), ricco di doline («fopp»), salendo alla bocchetta di Ortanella per ridiscendere poi a Vezio: offre una diramazione verso Esino e quindi alla Valsassina attraverso il passo del Cainallo.
Da Genico si sale sulla destra, sottopassando la superstrada, attraverso un sentiero verso l'Acqua Fredda, sorgente raccolta in un vascone e si prosegue, dopo una stazione teleferica, entro un sentiero dal fondo sassoso e gradonato fino alla stretta del Fosso di Brentalone; prima la vegetazione è rada con pochi ontani, poi, superata sul fondo la Valle di Villa, vi sono selvaggi sfasciumi di roccia.
Riappare il selciato, dove la pendenza si smorza, e fra i prati si arriva alla lignea Croce di Brentalone (m654), da cui si ha uno stupendo panorama sul ramo di Lecco. II percorso continua fra muretti a secco fino all'Alpe di Mezzedo (m 871) dov'è una caratteristica «nevera» circolare vicino a un ombroso tasso: qui è il vecchio confine d'età comunale, segnalato nel Settecento, fra i territori di Lierna, Varenna ed Esino. Poco oltre, piegando a sinistra ad un bivio, il Sentiero sale fra alberi un pendio cosparso di massi erratici e riesce alla chiesetta di S. Pietro (m 992), di origine altomedievale e ora quasi del tutto ricostruita in forme romaniche: da qui si gode una delle migliori visuali della Strada, spaziando sull'intero bacino del Lario, colto pressapoco nel suo centro. Lasciata la splendida radura e ammirati i faggi e le boschine del Piano di S. Pietro, la mulattiera sfocia, in circa 2 ore di salita, ad Ortanella (m 958) breve ma grasso pascolo, ambita meta domenicale. Seguendo la carrareccia, si piega a sinistra dove una cappella ricorda il pentimento di una strega e si è subito al Ristoro dei Cacciatori.
Dal precedente incrocio è possibile andare verso Esino, per carrozzabile o per mulattiera, proseguendo a destra verso la Valle di Ontragno dove si ritrovano ammoniti; le belle cascine, con vivaci affreschi murali, offrono acqua freschissima; si scende fra massi alla valle e tra carpini si è facilmente al Roncaiolo, seguito da un castagneto che ha pure delle cappelle votive. Dopo il torrente Vigna con resti del Mulini di Lava, una gradinata porta a Esino inferiore.
II comune di Esino (ab. 816) è diviso in due antichi abitati, detti Cresi e Piaghe, ambedue interessanti agglomerati rustici, con bei portali e due chiesette secentesce; un tessuto di ville, parchi, alberghi, li raccorda al colle di S. Vittore, cui si sale attraverso un viale della Via Crucis, iniziata nel 1846 e illustrata nel 1938 da bassorilievi di Michele Vedani; la chiesa parrocchiale, forse eretta in un antico castello, è attorniata da un parco pubblico; il suo interno, riattato nel 1780 e nel 1890, contiene preziosi arredi lignei barocchi di Paolo Lucino e Giacomo Maglia, tele attribuite al valsoldese Carlo Pozzo (1667) ed una sacristia decorata da stucchi e affreschi di G.A. Castello.
II paese alto, Crees o Cresi, è vegliato da una antica torre; e base di partenza per passeggiate al Cainallo (sciovie) e per ascensioni alla Grigna Settentrionale (m 2410). Da rimarcare nella frazione bassa il Museo delle Grigne con raccolte paleontologiche e mineralogiche (ne è base la raccolta del geologo abate Antonio Stoppani, che definì la località un paradiso fossilifero, 237 specie tra Esino e Perledo), materiali e attrezzi rurali, bracciali, spilloni, vasi e monete delle molte necropoli celtiche, fra le più antiche di Lombardia, e romane.
Ripartendo dal Ristoro, l'antico percorso conduce sulla sinistra alle Cascine di Guillo, poi, restando sulla sinistra, segue la costa verdeggiante del Monte Fopp fino all'alpeggio omonimo (m 776). Poco oltre, si lascia a destra la mulattiera che si dirige a Esino e si continua diritti nel bosco; a sinistra si alza il bastione roccioso del Sass da Poo, sul cui crinale restano i ruderi di una torre quadrata di segnalazione.
II Sentiero del Viandante sale fra boschi alla Croce del Fopp (m 640), con un ampio squarcio panoramico, prosegue sulla dorsale abbassandosi quindi gradatamente fino a un parcheggio. Incrociata la carrozzabile di Perledo, dopo la cappella di S. Carlo, si entra in Vezio.
Dalle case della parte bassa del paese, dov'è iI lavatoio, riprende una comoda e veloce mulattiera, di tracciato sicuramente molto antico, che poteva collegare in breve il percorso del Sentiero del Viandante con il porto di Olivedo, sbocco sul lago delle comunità valsassinesi, e quindi Varenna. Al lido di Olivedo si trova il piazzale dei traghetti e dei battelli, presso alberghi e ristoranti; nella terza domenica dei mesi d'estate vi si tiene un mercatino di antiquariato; da qui, lungo il lago è stata ricavata sotto declivi di giardini e precipiti rocce una passeggiata che conduce fin alla Riva Grande, con molo e portici.
Varenna è luogo notissimo del Lario che mostra qui la sua maggior ampiezza (km 4,5); è centro alberghiero di prim’ordine, ha ville bellissime, come quelle visitabili dei Cipressi e Monastero, tre chiese fra cui S. Giorgio dei secoli XIII-XIV impreziosita da affreschi e da polittici quattrocenteschi a fondo dorato, da arredi lignei degli Albinola, da rilievi marmorei fra cui una Pietà del Quattrocento, da un Battesimo dipinto nel 1533 da Sigismondo de Magistris.
Due sono le feste tradizionali, in luglio la benedizione di S. Cristoforo (la sua immagine giganteggia sulla facciata della chiesa) e la regata di S. Giovanni Battista a ricordo dell'ospitalità data nel 1169 agli abitanti della rovinata Isola Comacina. Scendendo da Vezio, si può facilmente raggiungere la stazione ferroviaria che si trova sopra Olivedo al di là del torrente Esino.