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Itinerari

 

   

1a Tappa - Da Novate Mezzola in Valchiavenna al Rifugio Brasca attraverso la Val Codera

Il sentiero Roma è forse la più classica ed affascinante delle escursioni sulle Alpi centrali, un'esperienza che non si dimentica e diventa, per chi la vive, non solo motivo di orgoglio, ma anche una lezione che insegna pazienza, capacità di guardare, scoprire e gustare dimensioni sottratte al tempo.
Il sentiero deve essere percorso in più giornate e presenta diverse varianti. Il percorso integrale parte da Novate Mezzola (vedi foto a sinistra), paese posto all'imbocco della Val Chiavenna, e precisamente dai 316 metri del parcheggio di Mezzolpiano, dal quale si stacca una bellissima mulattiera, spesso scalinata ed incisa nel granito, che sale nel primo tratto in un bosco di castagni. La Val Codera è l'unica fra le valli di una certa ampiezza della provincia di Sondrio a non essere accessibile alle automobili: questo le conferisce un fascino per importanti aspetti unico.

La mulattiera aggira poi il fianco dell'impressionante forra terminale della Val Codera, raggiungendo l'abitato di Avedee, a 790 metri, ed addentrandosi sul fianco destro idrografico della valle, verso il paese di Codera, con un tracciato indimenticabile, che scende di un centinaio di metri per superare valloni dirupati, anche con l'ausilio di due gallerie paramassi. Attraversata la seconda gallerie si torna a salire e si raggiunge il paese (foto a destra), annunciato dal cimitero e dall'imponente campanile (m. 825). Siccome la prima tappa del sentiero è la meno impegnativa, vale la pena di fermarsi a gustare l'abitato, che non rimane deserto neppure nei mesi invernali e presenta, fra gli altri motivi di interesse, un caratteristico museo etnografico.

Poi, seguendo le indicazioni, si lascia il paese e si prosegue su un sentiero che sale con molta gradualità ed impone numerosi saliscendi. Lo scenario cambia, diventando più aspro, anche a causa delle numerose gande che si debbono superare. Sfilano diversi gruppi di baite che parlano di una vita dura e severa: Corte, Ganda, Belèniga, Saline, Piazzo, Stoppadura. Se le tappe che portano nel cuore del sentiero Roma mostrano la poesia della montagna, qui appare piuttosto la durezza ed il sudore di chi alla montagna ha dovuto strappare faticosamente di che vivere.

Poi, quasi improvvisa, la piana di Bresciàdega (m. 1214), dove si trova anche il rifugio omonimo: si apre un primo imponente scorcio di profili granitici destinati a diventare familiari all'escursionista (foto a sinistra).
Si tratta delle cime della valle dell'Averta, laterale di sinistra della Val Codera, e vale la pena di fermarsi individuare almeno la cima del Barbacan (m. 2738), sottile ma ben marcata piramide collocata appena a destra della parte centrale della testata granitica. Se lo sguardo si sposta alla sua sinistra, e quindi approssimativamente al centro della testata, riconosce facilmente un netto intaglio: è il passo del Barbacan nord, sudata meta della seconda tappa del sentiero Roma. Si tratterà infatti di risalire la ripida valle per valicare il passo e scendere in val Porcellizzo. Ma questa è una fatica che attende la seconda giornata. La prima giornata riserva solo una breve ulteriore fatica, per raggiungere il rifugio Brasca. Nell'ultima sezione del percorso appare sulla destra, altrettanto improvvisa ed imponente, la selvaggia e cupa val Spassato o val Spazza (foto sotto).

Anche questa valle merita un'attenta osservazione. Si nota, al suo centro, l'evidente depressione sulla cui destra si trova il passo Ligoncio (m. 2557), incorniciato fra il Lis d'Arnasca a sinistra (m. 2695) e la punta della Sfinge (m. 2802) ed il pizzo Ligoncio (m. 3032) a destra. Sorprende ed impressiona soprattutto la liscia parete occidentale della punta della Sfinge. Si deve tener presente che la salita al passo, che può essere servita dal bivacco Valli, può rappresentare un'interessante variante al sentiero Roma, in quanto permette di scendere comodamente in valle dell'Oro e di raggiungere il rifugio Omio, dal quale poi, seguendo il sentiero Risari, si raggiunge il rifugio Gianetti. (proprio dal rifugio Omio in Valmasino parte una variante del sentiero Roma che permette di non effettuare questa prima tappa che attraversa la Val Codera, clicca qui per vedere il tracciato che dalla Omio porta alla Gianetti)

Ma torniamo al nostro percorso: dopo 4 ore e mezza circa di una salita condotta con buon passo (esclusi i tempi di eventuali soste), ecco infine, a 1304 metri, la meta, il rifugio Luigi Brasca (foto sotto).

Qui si può pernottare, recuperando energie preziose per la seconda e più dura tappa che attente il giorno successivo, la salita al passo del Barbacan nord, il tratto più faticoso del sentiero Roma. Si tenga presente che il rifugio può essere punto di partenza anche per quella salita in val Spassato di cui si è detto sopra. Buon riposo!


Vai ora alla giornata n.2 del Sentiero Roma con il tratto dal rifugio Brasca al rif. Gianetti