
Appunti di Maria Bianchi:
Nell'estate del 2007 è iniziata una crisi di cui ancora
non è possibile prevedere gli esiti. La crisi dei subprime.
Si sarebbe trattato della crisi di un particolare mercato finanziario,
quello dei mutui, subprime, che si è affermato solo in tempi recenti. In
meno di due anni, la crisi di un mercato che rappresentava soltanto il
15% dei mutui americani, che a sua volta rappresentava soltanto il 15%
degli investimenti a reddito fisso di Wall Street, ha provocato, perdite
alle istituzioni finanziarie di tutto il mondo per oltre 4000 miliardi
di dollari, che hanno ben presto cominciato a tradursi nei termini assai
reali e tangibili di fallimenti, licenziamenti, cadute del reddito,
aumento della disoccupazione. Per quale motivo il mercato dei
mutui subprime è entrato in crisi ? I subprime sono mutui
concessi a soggetti che non hanno accesso al credito ordinario, perché
non sono in grado di offrire adeguate garanzie, ma sono concessi a
condizioni più onerose di quelle riservate ai mutuatari che hanno dato e
danno prova di essere solvibili e affidabili. L'erogazione dei mutui
subprime è stata resa possibile dallo sviluppo di una pratica
finanziaria chiamata cartolarizzazione. I crediti
concessi, anziché essere messi a bilancio dalla Banca che li eroga e
quindi tenuti a bilancio fino al loro completo pagamento, sono
trasformati in titoli negoziabili, vengono cartolarizzati.
Questi titoli vengono quindi venduti ad altri investitori.
La Banca erogante incassa l'intero importo del credito erogato, più una
commissione a titolo di compenso per l'operazione e trasferisce il
rischio di credito, insolvenza da parte del debitore sugli acquirenti
dei titoli. Ma nemmeno questi ultimi sono costretti ad aspettare la
scadenza del credito, infatti, questi titoli negoziabili possono
essere rivenduti sul mercato in qualunque momento. Gli
investitori beneficiano non soltanto del rendimento dei titoli ma anche
di possibili guadagni nel caso in cui riescano a rivenderli ad un prezzo
più alto del prezzo di acquisto. L'aspettativa di tali guadagni è
stata alimentata dalla crescita delle quotazioni del mercato
immobiliare, a sua volta sostenuta dall'espansione del credito resa
possibile dalla cartolarizzazione. Ma anche per i debitori i vantaggi
dei mutui subprime sono potuti apparire evidenti, infatti si tratta di
soggetti che non avrebbero potuto accedere ad alcun credito da una Banca
tradizionale. Grazie alla cartolarizzazione possono quindi accedere
non soltanto all'acquisto della prima casa ma anche a prestiti d'onore:
mobili, automobili, carte di credito ... vacanze. Per questo
motivo è stata vista come un'innovazione finanziaria particolarmente
meritoria al sevizio della Democratizzazione della Finanza.
Sembrava un caso di successo dell'innovazione finanziaria che offriva
una possibilità impensata tra soggetti bisognosi di credito e
investitori in cerca di impieghi remunerativi. La generosa
concessione di mutui sosteneva la domanda di case alimentando una
crescita dei prezzi degli immobili. Che cosa, allora, è
andato storto ? Perché il meccanismo si è inceppato
? "Si è trattato della cattiva applicazione di una buona
idea e che la cartolarizzazione, in quanto strumento di
democratizzazione della Finanza rappresenta un indubbio progresso,
poiché, spalmando il rischio, pone la vita economica su più solide
fondamenta." Però la cartolarizzazione mina le basi della vita
economica, perché altera quella relazione economica fondamentale che è
il rapporto fra creditore e debitore, rendendolo non solo più solido ma
letteralmente più liquido. La cartolarizzazione trasforma un rapporto di
credito in un titolo negoziabile e cioè liquido, che può passare di mano
in mano indefinitamente. CREDITORE e DEBITORE non sono più
legati da un rapporto stabile, ma sono separati da una catena indefinita
di atti giuridici ed economici. I mutui subprime sono stati
conferiti in Fondi, raggruppati in base alla rischiosità, classificati
da Agenzie di rating, anche assicurati contro il rischio di insolvenza
da società specializzate. Il rapporto personale e solidale fra
creditore e debitore è stato rescisso in nome della liquidità. Se è
vero che il rischio si distribuisce, attraverso la cartolarizzazione, in
una quantità e varietà di titoli scambiati in tutto il mondo, questa
stessa distribuzione dipende in maniera cruciale dalla liquidità dei
titoli stessi. Nell'istante in cui i titoli cessano di essere
liquidi, il rischio, che sembrava scomparso, riappare in una misura
sproporzionata e incalcolabile. Si arriva al punto che gli stessi
titoli non trovino più acquirenti trasformando il rischio di credito in
rischio di liquidità. La cartolarizzazione consente di erogare il
credito senza alcun riguardo verso l'effettiva capacità di pagare del
debitore, è la legittimazione di una forma di prestito che non chiede al
mutuatario di essere solvibile, né, quindi, al prestatore di saperne
valutare la solvibilità. Ciò che merita di essere messo sotto
accusa è l’invenzione giuridica di uno strumento finanziario che solleva
preventivamente debitore e creditore da ogni responsabilità personale in
ordine al pagamento del debito. La solvibilità è una
responsabilità condivisa, con ruoli antagonistici ma complementari, da
debitore e creditore. Se però un titolo perde la sua liquidità,
ossia la sua negoziabilità, quel titolo non ha più un prezzo, quindi non
si sa più nulla del debito che quel titolo rappresenta, né della
solvibilità o della redditività del debitore. In mancanza di un prezzo
di mercato, gli investitori che possiedono questi titoli non riescono a
quantificare le proprie attività con l’effetto che il mercato è ancora
più bloccato, non soltanto per quei titoli, ma anche per altre forme di
credito. Ciò ha portato anche al congelamento di prestiti fra Banche
estendendosi poi a un insieme sempre più ampio e vario di mercati,
operatori, settori economici ed economie nazionali.
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