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Una folle passeggiata al Monte Legnone metri 2610

 

Al bar che frequento abitualmente vengo a sapere che Sandro, persona esperta di montagna e grande camminatore vorrebbe andare da Dervio al Legnone (2610 m.) e ritorno. La cosa mi suscita una certa curiosità e dopo qualche giorno, trovandolo, mi proposi di accompagnarlo. Francamente qualche dubbio ha cominciato a venirmi. Non avevo mai fatto una camminata tanto lunga, circa 40 km., il Monte Legnone pur avendolo fatto più volte mi aveva sempre creato un certo timore.
L'appuntamento è per Venerdì 5 Luglio 2002 alle ore 5,45 al semaforo di Dervio. Puntuale ma un pò preoccupato mi presento e penso alla scusa che posso accampare in caso di mio insuccesso. Sandro mi si presenta con una bandana rossa sulla fronte, i bastoncini e scarpe bellissime da trekking. Io francamente come abbigliamento faccio un pò schifo, gli scarponcini hanno almeno 20 anni, però con due paia di calze mi vanno anche bene, lo zainetto deve essere una cartella di scuola di mia figlia e quel poco di viveri di sussistenza che mi porto sono un pacchetto di biscotti e due mezze minerali. Sandro è di poche parole, "ciao andiamo", schiaccio il cronometro e altimetro che mi porto al polso, ed inizia l'avventura...
Saliamo quasi di corsa verso Castello e lì comincia a venirmi il fiatone ma penso che poi Sandro diminuirà l'andatura, è una passeggiata in fin dei conti e poi il tempo non è neanche bello, rischia di piovere, forse lo spero anche, così si ritorna ma...in un battibaleno siamo a Vestreno, Sueglio e poi al laghetto di Artesso in un tempo che solitamente lo si fa in auto. Finalmente riusciamo a scambiarci quattro parole, la stanchezza mi è passata, la respirazione è nella norma e mi sto meravigliando di esserci ancora e di non aver creato al mio compagno il benchè minimo intoppo. Arriviamo al Rifugio dei Roccoli Lorla, il Legnone è avvolto dalle nubi la cima ovviamente non la si vede, sono molto sudato, mangio due biscotti e bevo un poco di acqua, solitamente bevo pochissimo ma da questo momento lo sforzo che sto compiendo è a me sconosciuto.

Sandro beve attraverso una cannuccia che pesca dallo zainetto, chi fa trekking usa questo artificio per non fermarsi, mi torna la fiducia, sento di poter arrivare fino in cima.

La nebbia diventa più fitta, la temperatura è buona ma inizia una pioggerellina fitta, sono bagnato, sudore e acqua ma la stanchezza è passata, la cima ora è lì, sono certo di arrivarci ci sono. Scattiamo qualche foto, non c'è visuale, ma non fa freddo, altrimenti si rischia l'assideramento abbiamo impiegato 3 ore e 20 minuti mai lo avrei pensato, anche quando avevo 20 anni salire al Legnone dai Roccoli impiegavo almeno 2 ore ed ora a 50 anni addirittura da Dervio...
In vetta ci stiamo 10 minuti esatti, ora scendiamo. Sandro non cammina, salta, come uno stambecco, la discesa è pericolosa, viscida, basta un nonnulla per cadere in modo rovinoso. Se la salita è stata dura la discesa a quella velocità è terrificante, incontriamo alcuni altri escursionisti che stanno risalendo, chissà cosa hanno pensato, per me che siamo pazzi e incoscienti. Le mie scarpe mi fanno male, i piedi sono poco protetti da tutti quei sassi acuminati, sta diventando un supplizio questa discesa e ad ogni passo penso a quello che potrà essere il giorno dopo. La discesa ora si fa meno impegnativa ma aumenta la velocità, non ci si ferma mai, mi dice soltanto che quando va in montagna non si ferma mai neanche a fare pipì, ma io... fa lo stesso, il sudore ormai si è portato via anche quella e a mezzogiorno siamo a Dervio, la fine quasi di un incubo dopo 2 ore e 35 minuti di discesa mozzafiato, sicuramente c'è gente che impiegherà meno ma non certo quando pensi di andare a fare una passeggiata fuori dalla porta di casa. Dopo 40 km. e 5000 m. di dislivello sono ancora vivo, ringrazio il mio compagno Sandro che con la sua decisione e sicurezza mi ha portato a fare una cosa che non mi credevo capace. Forse in noi c'è una parte che non conosciamo e alcune circostanze ci portano a scoprirle... chissà la prossima.