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Il
nuovo rifugio San Marco 2000, che si affianca alla vetusta e
carica di gloria Ca' San Marco, è raggiungibile per strada asfaltatata
sia da Morbegno, sul versante valtellinese, che da Mezzoldo,
su quello bergamasco.
Coloro che, invece, preferiscono farsi una bella camminata,
come nei secoli scorsi, possono ancora utilizzare la Via Priula,
percorso di interesse storico risalente al 1553. Fu, infatti,
sotto la reggenza dell'allora podestà di Bergamo, Alvise Priuli,
che venne realizzata questa strada. Lo scopo era di unire due
stati alleati: la Repubblica Veneta, che si estendeva fino alla
zona di Bergamo, ed i Grigioni, che occupavano la Valtellina,
evitando così i pesanti dazi che si sarebbero dovuti pagare
per passare attraverso il Ducato di Milano, all'epoca sotto
la dominazione spagnola (la via collegava Venezia con Coira).
Il dislivello è superabile in quattro ore, sia partendo da Albaredo
che da Mezzoldo. Bisogna però dire che in alcuni punti, sul
lato orobico, l'attuale carrozzabile si è sovrapposta al vecchio
percorso.
Da Albaredo (m. 915). Segnavia 11.
Al
termine della via San Marco, oltepassata la provinciale, troviamo
la mulattiera che risale il versante prativo, passando accanto
ad alcune baite. Poi diviene sterrata e, dopo aver riattraversato
la provinciale, prosegue verso un posto di ristoro e da qui,
in piano, fino alla chiesa della Madonna delle Grazie (m.1155).
Oltre la chiesa, una sterrata scende verso il fondo della Val
Pedena, poi, superato un torrente, risale alle case di Dosso
Chierico (m. 1238). Sempre nel bosco, parallelamente alla provinciale,
ma più in basso, risale la valle del Bitto, fino a giungere
nella conca della Val D'Orta, ove termina l'abetaia. Proseguendo
in salita, lasciata a sinistra la casera d'Orta Vaga (m.1700)
e seguendo il tracciato dell'elettrodotto, arriva fino alla
testata della valle, che rimonta tra pascoli e pietraie, fino
a giungere al passo (m. 1991). Occorre ora divallare nel versante
bergamasco per un centinaio di metri prima di giungere alla
Cà San Marco e successivamente al nuovo rifugio.
Da Mezzoldo (m. 900). Segnavia 114.
A
Mezzoldo potremmo iniziare la nostra camminata già all'inizio
del paese, dove troviamo il selciato della Priula sulla sinistra,
nei pressi del cimitero. Decidiamo però di risparmiarci un po'
di fatica e di arrivare in auto fino in centro. Qui giunti,
dopo aver parcheggiato, prendiamo sulla sinistra, in salita,
la via Bonandrini, che ci conduce al ristorante Balicco, dove
incontriamo il nostro percorso. Poco dopo, giunti ad un crocefisso,
attraversiamo la provinciale e saliamo verso monte, in un bosco
di pecci. Più avanti, un tratto incassato nella valle ci obbliga
a seguire l'asfalto per circa un chilometro. Quando la strada
si avvicina al fiume, riprendiamo il percorso sulla sinistra
e, salendo nel bosco, arriviamo al ponte Contagocce, dove attraversiamo
il Brembo. Una ripida rampa ci conduce fino alla diga che chiude
il bacino di Ponte dell'Acqua (m. 1272). Tornati sulla carrozzabile,
oltrepassiamo l'omonimo abitato e poi, sulla sinistra, imbocchiamo
l'antico tracciato che conduce al ristorante Rossi e quindi
entra nel bosco. Proseguendo in salita, oltre la pecceta, raggiungiamo
i prati dell'Alpe Arcogno ove troviamo una casera (m. 1657)
e più avanti un'altra (m. 1757). A questo punto ci ricongiungiamo
alla provinciale nei pressi di un tornante. Seguiamo ora il
crinale, tra la Valle di Mezzoldo e la Val Mora, in un tratto
in cui il selciato è ancora ben conservato e arriviamo al tornante
ove sorge il nuovo rifugio.
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