Consigli | Città  | Musei | Storia | Alpi Orobie | Prealpi | Parchi | Fauna | Val Chiavenna | Valmasino

Valmalenco | Retiche | Ortles Cevedale | Alta Valle | Itinerari | Prodotti Tipici | Gastronomia | Sagre

Alpi Orobie

 

   

Il rifugio Caprari A. si trova nella Valle del Livrio, pochi metri a valle della diga del Publino. Partiamo da Albosaggia, che si raggiunge uscendo verso sud dalla tangenziale di Sondrio. Passata l’Adda, prendiamo subito a sinistra in salita (cartello indicatore S. Salvatore) e al primo bivio a destra, per il Centro.
Qui giunti, lasciamo la carrozzabile che, presso un tornante, prosegue ampia verso i Campelli e prendiamo a destra in discesa per alcuni metri (via Torre), passiamo il torrente e risaliamo subito a sinistra su una stradina, in direzione di alcune case. Il tracciato, stretto ma ben asfaltato, sale tra i castagni e porta a S. Antonio, dove troviamo sulla sinistra, dopo circa 5 km, una bella chiesetta, attualmente in fase di restauro, e successivamente alla frazione di Cantone (m. 1000 circa), dove, nei pressi di un tornante, troviamo dei cartelli indicatori gialli che segnalano la direzione esatta per il Lago del Publino ed il nostro rifugio: è ovviamente qui che, se troviamo posto, lasciamo la nostra auto e cominciamo la nostra escursione.
Il percorso da compiere è notevole ed alla fine richiederà circa 4 ore per la sola salita. Inizialmente proseguiamo per un sentiero che si snoda ben segnalato lungo un bosco sul versante sinistro della valle, nel quale non è raro incontrare piccoli smottamenti che rallentano un poco la nostra escursione. Dopo circa 45 minuti usciamo dal bosco e ci immettiamo in un'ampia carrozzabile che proviene in leggera discesa da sinistra (la strada, a traffico limitato, solo per chi dotato di permesso, proviene dalla località S.Salvatore). Proseguiamo verso destra lungo la strada ed incontriamo subito tre baite sulla sinistra, nel punto in cui il nostro percorso torna in un bosco.
Raggiungiamo quindi la località Forno (m.1315) presso la quale attraversiamo il torrente Livrio portandoci sulla sponda destra (sinistra idrografica). Ora la strada, di nuovo carrozzabile, risale fino ai prati di località Costa (m.1425) raggiungendo una suggestiva "casera" che giace sulla destra e dalla quale provengono ottimi odori per gli amanti del formaggio. Qui in pratica comincia un lungo tratto, quasi monotono, che ci porterà, su terreno pressoché pianeggiante, fino in fondo alla vallata, attraversando un ampio pascolo segnalato come Alpe Piana o La Piana (m.1500 circa), poi salendo per breve tratto e subito dopo scendendo fino a lambire il torrente che scorre alla nostra sinistra.
E' qui che comincia la vera salita, faticosa e a tratti scomoda, che ci porterà a vincere i restanti 600 metri di dislivello che ci separano dal rifugio. Gettando uno sguardo in alto, verso sinistra, notiamo già la condotta forzata della diga che scende fino all'edificio della centrale del Publino; il rifugio, adagiato su di un terrazzino appena sopra l'inizio della condotta forzata, non è comunque per ora visibile.
L'itinerario inizialmente procede per vaghe tracce di sentiero, a tratti inesistente a causa di slavine invernali e conseguenti ramaglie depositatesi, fino a congiungersi più in alto con il sentiero Bruno Credaro (troviamo bandierine giallo-rosso-gialle), dopo aver però incontrato e superato il canale di gronda che si dirige verso la centrale ed attraversato il torrente; l'attraversamento richiede a volte un po' di fatica, vista la sua considerevole portata nel periodo di scioglimento della neve. Per raggiungere il rifugio ora ci basta proseguire verso sinistra per la stradetta, giungendo fino allo sbarramento della diga e quindi appena sotto al rifugio. Il rifugio, non custodito, è stato ricavato in seguito alla ristrutturazione di una baracca che venne usata dagli operai impegnati nella costruzione della diga negli anni '40. Esso sorge nei pressi del lago di Publino (vedi foto a destra), ed è dedicato ad Amerino Caprari (a quei tempi tra i maggiori esponenti della SOND.EL., società elettrica sondriese che gestisce la diga), scomparso in circostanze tragiche nel 1987 durante la perlustrazione di una diga in alta Valtellina. Si può compiere la discesa anche seguendo un diverso percorso, che si mantiene più in quota rispetto al precedente e che ci porta fino alla località S.Salvatore (m.1311), alcuni km di strada oltre Cantone, ove noi abbiamo precedentemente lasciato l'auto. Dal rifugio si prosegue lungo il sentiero Credaro verso Nord-Est fino a raggiungere un ampio pascolo; da qui è necessario scendere verso la località Baita Scoltador (m.2048) per poi seguire il sentiero fino alla Baita Fontanelle (m.1875) e scendere ad incontrare un ampio camminamento artificiale sotto il quale scorre il canale di gronda che porta l'acqua del Publino lungo tutto il versante orientale della Valle del Livrio. Proseguiamo lungo un tragitto abbastanza monotono, spezzato a tratti da brevi gallerie (per attraversare una delle quali è bene munirsi di una torcia) o da torrenti che scorrono da vallette laterali quali la Valle Biorca e la Valle di Camp Cervè. Siamo infine nell'ampia Valle della Casera, ove prendiamo un sentiero che entra in un bosco e scende fino ad immettersi nella strada sterrata che congiunge S.Salvatore alla località "alla Cà" (m.1516). Da qui a S.Salvatore manca poco: buona notizia per molti, che a questo punto della nostra gita cominciamo a sentire la stanchezza.