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Pittore Vitali G.

Ars sacra

   

La storia dell’arte conosce una vasta produzione di opere religiose compiute dai più grandi artisti di tutte le epoche. Artista completo quale è, anche Vitali ha realizzato alcune opere religiose, le quali, pur occupando una piccola porzione di tutta la sua produzione, e non essendo particolarmente note a livello di critica, rientrano a far parte della sua complessa e importante concezione della vita e dell’arte.
Sia pur con l’utilizzo dell’iconografia classica, l’artista realizza opere personalissime con le caratteristiche essenziali della sua produzione, dal colore alla stilizzazione, dalle grosse mani, ai ritratti di gente paesana. Conosciute e apprezzate sono le opere dell’Ingresso a Gerusalemme, della Via Crucis, della Pala dell’Annunciazione e della Madonna di Zagorski che si trovano nelle Chiese di Maggio e Pasturo in Valsassina. Altre opere come il S. Antonio Abate e la Visitazione, che Vitali ha esposto all’Angelicum di Milano, appartengono a collezioni private e perciò sono meno note.
Troviamo qui la sua capacità di raffigurare importanti eventi cristiani, inserendo figure ritratte dal popolo, come solo lui sa fare. Un esempio è evidente nella Pala dell’ Annunciazione, realizzata nella Chiesa parrocchiale di Maggio nel 1986, dove l’artista raffigura il volto della Madonna riprendendo quello di una fanciulla della Valle. Il clima è di povertà e umiltà, la Vergine è rappresentata come una donna laboriosa, povera.
Nell’Ingresso a Gerusalemme, il grande affresco di trenta metri quadri situato a fianco all’altare, nella Chiesa di S. Eusebio a Pasturo, troviamo una folla di bambini festanti che accoglie Gesù, qui ogni bimbo è rappresentato nelle proprie caratteristiche, ritratto dal vivo durante la realizzazione dell’opera.
E anche il ricordo di un viaggio effettuato al Santuario di Zagorski può essere lo spunto per la composizione di un opera dall’iconografia classica della Madonna con bambino nella quale ha inserito persone umili, afflitte, in preghiera, colme di disperazione ma anche di grande speranza. In quest’opera La Madonna di Zagorski, situata all’ingresso del Santuario della Madonna della Cintura a Pasturo, è riuscito a cogliere i sentimenti e i valori fondamentali della sua opera, esprimendosi in ugual modo sia nelle opere sacre come nei ritratti, oggi come ieri. E ancora nella Chiesa di S. Eusebio a Pasturo, lungo le pareti della navata troviamo i pannelli della Via Crucis, dove Vitali esalta l’aspetto umano di tragicità, dolore e sacrificio di Gesù attraverso il suo personalissimo stile con colori spenti e un segno essenziale.
altri due validissimi esempi li troviamo nelle opere della Chiesa di S. Rocco a Bellano, Chiesa dedicata alla memoria dei caduti dove Vitali esegue con grande abilità due tele raffiguranti la morte di un soldato in guerra e un Crocifisso con segno e colori densi e pregnanti.
Per rappresentare intensamente e con profondo senso queste opere bisogna avere una fede grande, essendo l’arte di Vitali un mezzo per esprimere l’interiorità credo che in ogni sua opera emerga un senso di religioso rispetto, umanità e umiltà sia che rappresenti l’uomo o la natura. Se infatti pensiamo alle immagini utilizzate per il Cantico delle Creature di S. Francesco, troviamo che molte delle opere utilizzate erano già state eseguite in passato. Tele come Il Lupo di Agobio, Sirocchia Rana, Innocenti Uccelli, Girasoli, Frutti e personaggi erano già colmi di quella quotidianità e povertà che contraddistinguevano la vita di S. Francesco d’Assisi. Accanto a queste opere Vitali realizza il S. Francesco morto con “…mani scarne, dita lunghe, unghie sporgenti, piedi piccoli, pelle delicata. Scarno, ruvidamente vestito ”, avvolto da un manto blu che sembra proseguire nel cupo cielo; e una suggestiva immagine di S. Chiara “…dagli occhi ardenti che fanno innamorare, bella come una Madonna di altri tempi, una Santa per la quale il cielo si fa aureola e addirittura mantello”.
La morte, la natura, il sacrificio e l’immensa fede in Dio del frate d’Assisi, emergono dai colori cupi, dai volti intensi e dal senso profondo di queste opere suggestive. E ancora una volta è inutile cercare influenze artistiche, le immagini della sua terra, dei compaesani e dei paesaggi, assumono attraverso il Cantico, significati ancor più intensi e importanti.
Molto intenso e suggestivo ci appare anche un altorilievo realizzato in cemento, situato in una cappelletta all’entrata del cimitero di Bellano, realizzato in commemorazione della morte causata da un incidente aereo rappresentante un anello spezzato con in centro il corpo di Cristo che sembra riportare al tragico momento dello schianto.
Dio è presente nel fiore, nei lupi, negli uccelli, in ogni essere vivente, attraverso queste opere abbiamo quasi la conferma del suo sentimento, di come percepisce il mondo questo artista che riesce a penetrare nel profondo di ogni cosa.