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L. Callone - N. Simone - D. Raineri - G. Cariboni - R. Rota Gelpi - D. Danieli - D. Polti - C. Tagliabue - P. Testa

La Traversata della Manica (cronaca di un'impresa)

di PEDRETTI ARMANDO

 

2 AGOSTO 1981, ORE 8.00

Raduno a Morbegno. Accolti dall’assessore al Turismo della Provincia di Sondrio, Dott. Folzani; dopo i rituali convenevoli, presentazione della nostra equipe:
Il nostro caro Leo Callone, sul quale vengono riposte tutte le nostre speranze per la riuscita di questa impresa, impresa che per tutti noi ha un fascino misterioso e che vogliamo portare felicemente a termine.
Il maestro di nuoto della piscina di Morbegno Bianchini Silvio, che ha seguito il nostro protagonista in tutta la preparazione invernale.
Il professor Rossi Franco maestro di nuoto della piscina di Sondrio, indispensabile procuratore di sponsor, nonché pilota dell’automezzo, un Ford Transit stracarico, contenente persino i lettini sufficienti per tutto il gruppo.
Nino Muscimarra “lo squalo dello stretto di Messina”, che accompagnerà Leo nella traversata dello stretto, grande amico di tutti nonché cuoco della compagnia.
Il dottor Lucio Ricciardi, medico dello sport dello staff del professor Minelli dell’Università di Pavia centro dove il nostro campione si è sottoposto a tutti i controlli medici risultando perfettamente idoneo. Il dottore oltre allo stato di salute seguirà anche l’alimentazione in acqua ed il necessario isolamento termico che consentirà a Leo di resistere per tante ore in acque a quelle temperature.
Armando Pedretti, l’amico “tuttofare”
Dopo i saluti ai parenti si parte verso il passo dello Stelvio, dove ci prende gran timore per eventuali possibili complicazioni burocratiche al passaggio doganale, ma fortunatamente le nostre preoccupazione si dissolvono con un liberatorio “te leri di mi…” , sollevati passiamo la dogana italo-svizzera senza alcun controllo.
Imbocchiamo la strada per Coira dove nei pressi di un boschetto, a mezzogiorno, consumiamo i nostri primi panini. Si prosegue per la “precisa” Zurigo-Basilea. Facciamo dogana alle ore 16 anche qui senza alcuna formalità, e siamo in Francia. Attraversiamo l’Alsazia e poi le Ardenne tra paesaggi vastissimi ricchi di boschi e poco abitati. Pensiamo in un primo momento di fermaci a Nancy ma poi si decide di proseguire per Metz che raggiungiamo alle ore 22,30. Prima grande delusione, per circa 100 Km non troviamo un albergo in grado di ospitaci, tra gli improperi decidiamo di fare una “tirata” fino a Calais, sottoponendo il Franco a 22 ore di guida ininterrotta tra nebbia e pioggia sostituito nelle due ultime ore dal dottor. Lucio anche lui dimostratosi “un duro”.

 

3 AGOSTO ORE 8.00, CALAIS

Il traghetto per Dover parte alle ore 10,30. Dogana, costo dell’imbarco L.200.000 e siamo finalmente sulla Manica, che oggi si presenta fortunatamente con foschia ma calma. E qui possiamo per la prima volta renderci conto delle difficoltà che ci accingiamo ad affrontare, la grandezza dello stretto, le eventuali condizioni avverse del mare…
Siamo a Dover in Inghilterra alle ore 12 con un’ottima impressione dell’ambiente che ci circonda sensazione non percepita in territorio francese. Proseguiamo per Folkeston a 10 Km da Dover. Sistemazione per Armando, Franco, Silvio e Nino in campeggio, bel posto a picco sulle bianche scogliere a soli 5 km dal punto dove Leo tenterà la traversata. Lucio e Leo prendono invece alloggio a Folkeston all’Hotel Canaria in riva al mare. La sistemazione è ottimale per tutti.
Finalmente dopo 1200 Km e 40 ore di viaggio ci sdraiamo sull’improvvisato ma tanto desiderato lettino.

 

4 AGOSTO, MARTEDI'

Cerchiamo di conoscere il posto e di prendere contatti con l’associazione britannica che organizza le traversate della Manica: Channel Swimming Association. L’incontro che viene fissato per l’indomani, mercoledì alle ore 10, nel frattempo ci rechiamo in città per acquisti nel supermarket. Leo comincia a saggiare il mare e pure noi ci buttiamo in acqua che non ci pare eccessivamente fredda. Tutto sembra vada per il meglio, grazie anche alla padronanza perfetta dell’inglese del Dr. Lucio, cosa che ci rende tutto abbastanza facile. Una tranquilla e serena vita da campeggiatori…

 

5- 6 AGOSTO

Alle ore 18 ci rechiamo dal Dr. Scott, segretario dell’organizzazione, in un villino in mezzo alla campagna. Qui l’austera semplicità inglese ci fa apparire la cosa molto seria. Questa associazione è formata da volontari ma è sponsorizzata dai petrolieri degli Emirati Arabi. Lo scopo dell’organizzazione è quello di ufficializzare e registrare i tentativi della traversata mettendo a disposizione le barche ed i giudici.
Dopo aver iscritto Leo all’organizzazione e dopo aver consultato le carte delle maree forniteci da Mr: Scott, si stabilisce che il tentativo si farà sabato 8 agosto alle ore 6,30.
Alla sede dell’associazione facciamo la conoscenza con l’equipe della Repubblica Argentina composta dall’accompagnatore Jorghe Arambessi della polizia Argentina e dal nuotatore di gran fondo Julio Romero di 32 anni con all’attivo una traversata Rosario-Buenos Aires di 420 Km e 81 ore di nuoto; non ci lasciamo sfuggire l’opportunità di invitarlo ad allenarsi con noi ed il confronto con quel nuotatore di fama internazionale ci fa ben sperare. Leo ci dà l’impressione di essere più forte e preparato.
Invitiamo Romero sotto la nostra tenda a mangiare con noi e gli proponiamo di fare insieme anche l’allenamento del pomeriggio. Si confermano anche le note positive sull’organizzazione inglese. Pulizia assoluta, rispetto reciproco. Le strade sono tranquille, sicure, da parte nostra fraternizziamo con tutti.

 

7 AGOSTO, VENERDI’

La giornata la passiamo sempre con Romero, che ormai è di casa, insieme facciamo i rifornimenti e perfezioniamo i preparativi per l’indomani giorno del tentativo dell’impresa. La sera dopo aver ricevuto il benestare dalla Capitaneria siamo invitati per le 19,30 ad un party in casa di Mr. Scott. Moltissimi invitati, tutte le delegazioni delle nazioni iscritte alla traversata. Italia, Stati Uniti Messico, Giappone ed altre che non abbiamo il tempo di conoscere perché per l’indomani ci aspetta una levataccia. In un grande prato, ovviamente all’inglese, ci vengono serviti panini e tartine di ogni genere, vini pregiati scelti per l’occasione dal signor Scott, peccato che noi dobbiamo trattenerci considerata la circostanza, fosse successo in un altro momento… e invece alle 21 tutti a letto.

 

8 AGOSTO, SABATO

Ore 3 e 40 in campeggio suona la sveglia, il grande giorno per il quale siamo venuti sin quassù è arrivato, la giornata si presenta splendida, un leggera foschia tiene il mare calmo. Dal campeggio ci avviamo a piedi stracarichi di provviste anche in previsione di tempi lunghi e dopo 30 minuti raggiungiamo il molo. Leo è già sul posto ad aspettarci lui stracarico di tensione. Sulla banchina del molo troviamo un nuotatore americano, Jamie Tout di 28 anni dal Texas, anche lui oggi tenterà, ci sembra un ragazzo molto in gamba. C’è pure uno statunitense del Nuovo Mexico di 64 anni che tenterà l’impresa come nuotatore più anziano. L’organizzazione ci informa che la percentuale di riuscita della traversata della Manica è di un tentativo su dieci. Alle 5,35 lasciamo il molo a bordo del peschereccio FE 234 – Larvester II del Signor Tony Isted, oltre a noi sei ci sono due marinai ed il giudice dell’Organization Channel, Mr.Jack Chowney.
Dopo 50 minuti di navigazione raggiungiamo Shakespeare Beach e con nostra sorpresa troviamo altri sei nuotatori in preparazione per la partenza. Segno che il giorno è giusto per le maree. Un forte nebbione ci limita la visuale a circa 20 metri, la temperatura dell’acqua è di 16 gradi a 3 metri di profondità e di 18 gradi in superficie. Purtroppo però alle 6,32 dalla Capitaneria di porto, la Guardia Costiera ci nega il permesso per la partenza a causa della forte nebbia che sta calando. Ecco cosa sono le sorprese che riserva la Manica. Si rimanda tutto all’indomani, peccato. altra ora di navigazione e si ritorna al porto di Folkstone. Camminata e alle nove siamo di nuovo al nostro campeggio. La giornata ci vede tutti un poco demoralizzati anche perché la nebbia non sembra diradarsi. Verso sere si alza il vento, pulisce il cielo, ma abbassa la temperatura…

 

9 AGOSTO, DOMENICA

Ore 5,30 sveglia, ore 6,30 sul molo di Folkestone. Ci sono delle televisioni a riprendere la partenza dei numerosi nuotatori partecipanti alla traversata, si crea un poco di trambusto. Il cielo è di piombo. Alle 6,45 partiamo da Folkestone, l’acqua è verde, la temperatura esterna è di 18 gradi, il mare ondeggiato come quando da noi tira “la breva”. Davanti a noi le bianche scogliere che cingono questa parte dell’Inghilerra. Superiamo punta Abbott Chlif e arriviamo a Shakespeare Beach alle 7,25, siamo in ritardo rispetto a ieri di 65 minuti. Sulla spiaggia una staffetta di nuotatori egiziani andicappati seguiti da un centinaio di persone a supporto tenteranno la traversata facendo una staffetta di un’ora di nuoto a testa. Assieme a concorrenti di varie nazioni c’è Leo sulla spiaggia tutto ingrassato di lanolina, tutto bianco, sembra mummificato. Oggi il giudice che ci seguirà è il signor Andrew Tough, che dopo i saluti dà il via alla grande avventura che ancora per noi ha dell’incredibile.
Sono le 7 e 42, Leo parte a 72 bracciate al minuto per passare poi a 74. Alle ore 8,04 Leo ha fatto il primo miglio che viene registrato ufficialmente dal giudice. Ci informano che in questo momento i nuotatori in acqua sono 14. Ognuno segue la direttrice suggerita dal proprio pilota. La nostra linea è mediana, ma tutte le barche sono raggruppate nell’area di un paio di miglia. La barca più vicina alla nostra, ci dice il signor giudice, è l’ottavo Reggimento di artiglieria a cavallo che farà la traversata con una staffetta di sei militari.
Il radar di bordo segnala che Leo sta procedendo molto bene in quanto sta recuperando terreno rispetto agli altri concorrenti partiti prima di lui. E’ passata esattamente un’ora e Leo ha percorso 4.200 metri pari a circa 2 miglia e mezzo con un ritmo di 72 bracciate al minuto, ora la temperatura dell’acqua è di gradi 17,5.
Dalla Capitaneria ci viene segnalato che due concorrenti americani si sono ritirati. Il mare è mosso e le previsioni ci danno ancora un’ora di condizioni favorevoli. Sono le 9,05 e durante una breve schiarita intravediamo le montagne francesi. Le 9,07 e Leo si ferma per bisogni fisiologici e per mangiare te e miele.
I nuotatori ancora in acqua sono 12 e Leo ha percorso 4 miglia alle ore 9,17. Il pilota ci segnala sulla carta marina il punto dove ci troviamo in questo memento che corrisponde esattamente alle sue previsioni, dovremmo seguite questa rotta ancora per due ore. Ci informa sugli italiani che hanno attraversato la Manica nel 1923 il bergamasco Tiraboschi ha impiegato 16 ore e 33 minuti, nel 1979 al forte nuotatore barese Paolo Pinto sono occorse 16 ore e 15 minuti.
Ore 9,48 Leo si ferma di nuovo a mangiare te e glucosio. Durante la somministrazione dei pasti il giudice sta molto attento che le mani che porgono il cibo (circa 100 calorie) nemmeno sfiorino il concorrente, pena l’annullamento dell’impresa. Poi si riparte di gran lena, il nostro pilota dice che siamo sulla giusta strada per raggiungere la meta. Il cielo si sta facendo plumbeo, se venisse un poco di acqua probabilmente le onde si calmerebbero. Stiamo entrando in una zona priva di correnti e la temperatura dell’acqua si mantiene sui 17 gradi e mezzo.
Ore 10,25 vediamo l’americano Jamie Tout a circa un miglio da noi che si ritira. Uomini che alla partenza ci erano apparsi molto forti…
Ore 10,37 Leo si ferma, brodo, Enervit, tè e riparte. Un grandissimo traghetto, il Townsend Thoresen ci passa vicinissimo. La gente a poppa saluta e ci fotografa.
Ore 11 raggiungiamo un altro concorrente americano che si sta ritirando, la decimazione continua implacabile.
Dalla costa ci segnalano che la nostra direzione è buona. Sulla carta nautica segniamo la rotta percorsa e quella che dovremmo seguire, dalla carta vediamo che la profondità in questo punto è di 16 braccia, un braccio corrisponde a circa 1,8 metri quindi sono 28,8 metri. Quattro ore sono trascorse e sono state percorse 8,5 miglia, le bracciate ora sono 70 al minuto.
Ore 12, Leo si ferma per rifocillarsi, spremuta d’arancia zuccherata, tè ed integratori autorizzati. Ora la costa francese anche se ancora lontana si delinea chiaramente. Muscimarra dice che il motore della nostra barca sembra che adesso canti più allegramente. Sono passate ormai 5 ore e 10 minuti e siamo a metà dello stretto. Dalla nostra barca parte un grande applauso di incitamento.
Ore 13,05 altra sosta per mangiare tè, Enervit, glucosio. La corrente è di due nodi a noi favorevole, la costa inglese sta sparendo all’orizzonte mentre quella francese si fa sempre più nitida. Siamo ormai a 6 ore dalla partenza ma le bracciate di Leo sembrano ancora più sciolte ora sono 74 al minuto.
Ore 14,15 altro pranzetto sempre sotto il controllo del Dottor Lucio e con l’immancabile incitamento di Nino, Franco, Silvio e Armando.
Ore 14,20 prua a 160° Sud-Sud-Est a 7 miglia dalla costa francese e nessun segno di cedimento da parte del nostro campione.
Ore 15 dopo un’ altro spuntino la costa francese si delinea chiara. Ormai si vedono i campanili, i fari il cielo però si sta scurendo speriamo che ora tutto non ci si scateni contro. Ci passa acconto un Overcraft, nave a cuscinetto d’aria, che sfiora il mare velocissimo. Arrivano delle notizie da terra, la staffetta dei soldati inglesi è arrivata in Francia. Sono passate 8 ore. Ora la corrente è nel suo punto di maggior forza. 3 nodi. E’ assolutamente necessario superare al più presto questa zona altrimenti la corrente ci porterebbe troppo fuori rotta. Ci vorrà circa un’ora per passare questo tratto. Il pilota ci dice che questo è il punto più difficile della traversata ma mancano ancora 4 miglia alla sponda.
Ore 16,30 altra razione alimentare e via. Sono ormai 9 le ore di nuoto e l’agognata meta è sempre più vicina.
Ore 17, la corrente contraria è ora decisamente forte e nonostante Leo nuoti energicamente, l’avanzamento è minimo. Leo ci chiede ancora cibo e il tempo volge al brutto.
Ore 17,42, dieci ore precise dalla partenza, mancano 3 miglia. Questo significa che per superare quest’ultimo miglio c’è voluto uno sforzo tremendo e ben 1ora e 25 minuti di tempo. La corrente è stata forte ed il nostro pilota ammirato dice che Leo è stato grande. Ora per fortuna si va avanti molto più velocemente.
Ore 17,50 altra razione di glucosio.
Ore 18,20 mancano esattamente due miglia. Riceviamo la segnalazione che anche una staffetta egiziana di sei elementi è arrivata alla meta impiegando 10 ore e 30 minuti.
Le ore di nuoto sono 11 e il ritmo delle bracciate è ora di 72 al minuto. Leo chiede ancora da mangiare, lo sforzo è sovraumano e la stanchezza inesorabilmente ora si fa sentire, ci vuole una tremenda forza di volontà per superare quest’ultima ora, ma la Francia è orami li a portata di mano. Leo implora di dirgli la verità sul percorso che manca all’arrivo, ora la fatica lo fa dubitare anche di noi…è commovente.
Superiamo un promontorio della costa francese Capcriznez ma ci siamo insinuati nella corrente di in un grande golfo che sembra non finire mai e non troviamo un punto dove poter uscire. Il pilota ci rassicura che quella corrente presto dovrebbe finire ormai siamo a un chilometro e mezzo dalla costa e ci stiamo giocando la traversata. Leo continua inesorabile ma gli sta mancando il morale, chiede cibo, lo incitiamo dicendogli che tra non molto entrerà in una corrente favorevole. L’imbrunire avanza si vedono i fari delle auto francesi che corrono lungo la costa, ma Leo non riesce ad avvicinarsi più di tanto alla riva.
Cap Crisnez il punto dove avremmo dovuto toccare terra è stato ormai superato da parecchio ed ora davanti a noi c’è un grosso paese. Leo chiede di poter tirare il fiato ma noi, crudeli, non glielo permettiamo, manca solo mezzo miglio...
Il paese che vediamo è Wissant, a bordo del natante c’è eccitazione, i marinai preparano il barchino per il recupero del nostro eroe. Il comandante vuole andare personalmente a prendere Leo, si accendono i fari, 600 metri, 500, 400, alle 20,42 sono 13 ore di nuoto. Ora è decisamente buio, 300 metri, 200, 100.
Sono le 20 e 57 dopo 13 ore e 17 minuti Leardo Callone ha attraversato la Manica a nuoto. Impresa eccezionale ottenuta a costo di grandi sacrifici suoi e della sua famiglia. Leardo si inserisce così negli titlei livelli nella classifica tra i migliori fondisti mondiali di tutti i tempi.
Il regolamento della gara prevede che il tempo impiegato per la traversata debba esser preso alla partenza e all’arrivo avendo i piedi fuori dall’acqua. Qui il fondale è molto basso e pertanto noi non possiamo sbarcare ad abbracciare il nostro campione, ma alle nostre orecchie arriva il grido di vittoria dalla buia spiaggia di Wissant. Poi Leo ha dovuto rituffarsi in acqua per poterci raggiungere alla barca segno di una conservata lucidità mentale e forza fisica.
Issato a bordo questo untuoso mostro marino, sfoghiamo tutte le nostre trattenute emozioni. Dopo averlo asciugato, ripulito e avvolto in coperte ci infiliamo tutti sotto un grande telo di cellophane, dove il dottor Ricciardi rileva la pressione sanguigna 130/80, battiti cardiaci 90 al minuto, dati ottimi considerato lo sforzo sostenuto. Si riprende ora la via del ritorno riattraversando questa cattiva, ma dal nostro punto di vista, domata Manica. All’una di notte raggiungiamo Folkestone accolti in modo esultante dagli argentini Romero ed Arambessi.

Voglio qui riassumere alcuni dati tecnici e statistici che esaltano il valore di questa impresa.
La Manica al suo punto più stretto è larga 20,5 miglia, pari a Km 37,766. Leo apprendiamo da libro di bordo ha percorso la bellezza di 32 miglia pari a 59 km circa. Dal verbale del giudice risulta che il lariano, durante le 13 ore e 17 minuti della traversata, ha tenuto una media di 72 bracciate al minuto il che significa un totale di 57.180 bracciate, percorrendo oltre 1 metro a bracciata con 28.590 respirazioni. La Manica è stata attraversata la prima volta nel 1875 dal Capitano inglese Matthew Webb in 21 ore e 45 minuti e sino ad oggi è stata affrontata da oltre 2500 nuotatori, ma vinta da soli trecento, il che la dice lunga sulla difficoltà dell’impresa. Oggi oltre a Leo hanno superato la prova 2 atleti più due staffette di 6 nuotatori ciascuna. Il derviese con il tempo di 13 ore e 17 si inserisce tra i primi 100 attraversatori di tutti i tempi. Imprese come questa lasciano un segno incancellabile nella vita di un uomo.

 

Armando Pedretti è stato grande Amico e accompagnatore assiduo in tutte le imprese di Leo. Questa cronaca mi è stata consegnata per poterla poi pubblicare dai figli del sig. Armando. Purtroppo Lui ci ha già lasciato e se ne andato come penso abbia voluto. Un giorno di luglio dopo la sua consueta nuotata un malore improvviso se l'è portato via...adesso sta sicuramente nuotando da un'altra parte...ciao Armando i tuoi amici Ti ricorderanno per sempre.